Pezzo per Pezzo. Pazzo per Pazzo.

Capita che un sabato sera, in piena estate, tutto intorno si immobilizza. Hai a che fare con l’alto tasso di umidità e i 33 gradi li percepisci ulteriormente; smonti da buon ingegnere improvvisato il motore della tua anima, l’analizzi pezzo dopo pezzo. Contemporaneamente a ciò ti chedi: “come farò in un secondo momento a ricomporla?” Prima però, ti sei procurato del solvente, il giusto ausilio per la sgrassatura, hai imbevuto la spugna che in precedenza hai accuratamente sistemato assieme ad una bacinella gialla e dopodiché hai dato il via all’opera dello sgrassamento. “Dopo penserò a ricomporla, per adesso devo portare a termine ciò che ho incominciato, poi non è uno spettacolo di tutti i giorni guardare così da vicino le parti che compongono quello di più prezioso che posseggo” mi son detto. E’ un sabato sera d’Agosto, se dovesse mai vedermi qualcuno, mi segnalerebbe a chi ha il compito di rinchiudere i pulitori di anime (categoria protetta) o pazzi in genere (categoria in affollamento, negli ultimi tempi); si perchè oggi, se t’interessi da vicino della tua intimità, se incominci a toccare con mano il tuo “io” e ti analizzi minuziosamente, vieni automaticamente inserito tra i fuori di testa. E allora ti consigliano cure presso strizzacervelli, ti augurano anni e anni di terapie forzate a base di antidepressivi ingeriti dopo aver cenato con un panino al formaggino.. Già, qui chi scrive e narra della propria sensibilità è categoricamente inserito tra i depressi, la società nell’indole è classista, ecco perchè i sensibili a volte sfoderano un’aggressività grossolana. Non abbiate paura dei giudizi altrui, ogni tanto scrivetevi, dedicatevi una lettera, appuntate le vostre emozioni, tanto nessun altro lo farà mai per voi, provate a guardarvi da più vicino, fate una carezza al vostro cuore, non c’è nulla di male, non c’è da vergognarsi, non sono questi i gesti imbarazzanti. Non è un reato essere poco superficiali.